Versetti del mese:

“Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù” (Filippesi 2:3-5).

“Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro” (Romani 12:4-5).

 

Cari fratelli, care sorelle,

Questa mattina ho letto inseme a mia moglie una meditazione che aveva come testo il versetto citato sopra e per titolo “Noi tutti lavoriamo insieme”. Ecco parte della meditazione: “I versetti di oggi ci parlano della diversità dei doni dati a individui. Noi tutti facciamo parte di un corpo in Cristo, ed Egli è il Capo. Nel regno fisico, tutte le parti del corpo devono relazionarsi al capo se ogni cosa deve funzionare in buon ordine. Le varie parti del  corpo fisico lavorano insieme; esse non sono gelose o competitive. Le mani aiutano i piedi a indossare le scarpe. I piedi portano il corpo dovunque ha bisogno di recarsi. La bocca parla per il resto del corpo. Ci sono molte parti nel corpo; esse non hanno tutte la stessa funzione, ma lavorano insieme per uno scopo congiunto. Il corpo spirituale di Cristo dovrebbe funzionare allo stesso modo. Ecco perché lo Spirito Santo usò l’esempio del corpo fisico quando ispirò Paolo a scrivere l’epistola ai Romani.

Quando noi cerchiamo di funzionare in qualsiasi altro modo diverso da quello per cui Dio ci ha creati e ci ha assegnati, noi finiamo con l’avere difficoltà nella nostra vita. Ma quando facciamo ciò che Dio ci ha destinati a fare, noi sperimentiamo gioia, soddisfazione e grandi ricompense. Abbiamo bisogno di collaborare con lo Spirito Santo per scoprire quale è il nostro destino unico e personalizzato, e poi fare ogni cosa che possiamo fare per adempierlo. Quando Dio ti ha dotato o ti ha reso capace di fare qualche cosa, tu la farai bene, perciò cerca  qualcosa che tu sei capace di fare e inizia a farla. Se vuoi essere usato da Dio, allora trova un bisogno e adempilo”.

L’apostolo Paolo paragona spesso la Chiesa al corpo umano. Oltre a parlarne nel capitolo 12 dell’epistola ai Romani, ne parla ampiamente nel capitolo 12 di 1 Corinzi; in Efesini 4:4-16, in Galati 6:2; e in Filippesi 2:1-5 per indicare la varietà dei doni dati a ognuno.  Ecco  quanto scrive Paolo:“Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se l’orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c’è un unico corpo; l’occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui” (1 Corinzi 12:12-27).

Quanto sarebbe bello se ogni membro della Chiesa Bethel mettesse in pratica gli insegnamenti che Paolo dava ai membri della Chiesa di Corinto! Ci sarebbe vera amicizia e concordia con ogni altro membro. Il salmista affermava: “Io sono amico di tutti quelli che ti temono, di quelli che osservano i tuoi precetti” (Salmo 119:63). In Malachia 3:16 è scritto: “Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l’un l’altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome”.

 

Giuseppe Piccolo

 

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