PENSIERO DEL MESE DI MAGGIO 2019 

 

Versetti del mese:
“Paolo… giunse a Efeso e vi trovò alcuni discepoli. Egli disse loro: «Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?» Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito Santo»… Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. Erano in tutto circa dodici uomini” (Atti 19:1,2,5-7).

“Dio intanto faceva miracoli straordinari per mezzo di Paolo; al punto che si mettevano sopra i malati dei fazzoletti e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie scomparivano e gli spiriti maligni uscivano” (Atti 19:11,12).

Cari fratelli, care sorelle,
Il capitolo 19 del libro degli Atti si apre con l’arrivo dell’apostolo Paolo a Efeso, la principale città dell’Asia Minore occidentale (l’attuale Turchia). La città di Efeso, oltre ad essere un importante centro commerciale e finanziario, era anche famosa come centro religioso, perché c’era l’imponente tempio di Diana, considerato come una delle sette meraviglie del mondo (Atti19:35). Diana era la dèa romana della fertilità, e ciò aveva contribuito alla degenerazione morale della città.
L’apostolo Paolo vi rimase circa tre anni durante il suo terzo viaggio missionario (Atti18:23 a 19:41) e il suo ministero fu caratterizzato da una straordinaria manifestazione di potenza divina. La chiesa di Efeso divenne molto influente: era vitale e prospera, anche se più tardi sarà ripresa dallo Spirito Santo per le sue mancanze (Apocalisse 2:1-7). Fu pasturata prima da Paolo, più tardi da Timoteo e poi dall’apostolo Giovanni.
È interessante leggere l’episodio degli esorcisti giudei in Atti 19:13-20 e il commovente discorso di Paolo agli anziani di Efeso in Atti 20:17-38.
L’epistola agli Efesini fa parte delle cosiddette “epistole dalla prigione” (Efesini, Filippesi, Colossesi e Filemone), scritte da Paolo dal 60 al 62 d.C. mentre si trovava prigioniero a Roma. È stata definita come “il libretto degli assegni del cristiano”, “la cassaforte della Bibbia” e “la banca del credente”. Come scrive John MacArthur nel suo commentario, “questa bella epistola rivela ai cristiani le grandi ricchezze, l’eredità e la pienezza che hanno in Gesù Cristo e nella sua chiesa. Mostra loro quel che possiedono e come rivendicarlo e goderne”.
The Open Bible così commenta: “Efesini non fu scritta per correggere specifici errori in una chiesa locale, ma per prevenire problemi nella chiesa incoraggiando il corpo di Cristo alla maturità in Lui. Paolo scrisse l’epistola per rendere i cristiani più consapevoli della loro posizione in Cristo e motivarli ad attingere alla loro fonte spirituale nella vita quotidiana. La prima metà di Efesini elenca le possessioni celesti del credente: l’adozione, la redenzione, l’eredità, la potenza, la vita, la grazia, la cittadinanza e l’amore di Cristo. Non ci sono imperativi nei capitoli da 1 a 3, che si concentra solo sui doni divini. Ma i capitoli da 4 a 6 includono 35 direttive nella seconda metà di Efesini che parlano delle responsabilità del credente a comportarsi secondo la sua chiamata individuale. Perciò Efesini inizia nel cielo ma si conclude nella casa e in tutte le altre relazioni della vita quotidiana. Le due posizioni sono: la posizione del cristiano (1:1 – 3:21) e la pratica del cristiano (4:1 – 6:20).
Due preghiere di Paolo:
1. Preghiera per rivelazione (Efesini 1:15-23): Paolo prega perché la chiesa, Corpo di Cristo, sperimenti i propositi e la potenza di Dio.
2. Preghiera per realizzazione (3:14-21): Paolo prega affinché la chiesa, Corpo di Cristo, sperimenti la potenza dello Spirito Santo e comprenda l’amore di Cristo.
Il comportamento del cristiano / 4:1-6:24
I. Unità nella chiesa / 4:1-16
II. Santità nella vita / 4:17-5:21
III. Responsabilità in casa e sul lavoro / 5:22-6:9
IV. Condotta nel conflitto / 6:10-24.
Gli Efesini erano credenti ricchi oltre misura in Gesù Cristo, ma vivevano come mendicanti solo perché erano ignoranti della loro ricchezza. Non facciamo forse lo stesso errore anche noi oggi? Dio ci aiuti!

Giuseppe Piccolo

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